800 anni di nozze imperiali e scandali medievali

Il 9 novembre si ricorda il matrimonio tra Federico II e Isabella (o Iolanda) di Brienne celebrato a Brindisi: una vicenda ricca di drammi, pettegolezzi, cugine focose e immancabile gossip di corte.

Non me ne vogliano gli storici, che stimo profondamente, a loro lascio una puntuale ricostruzione storica, a me invece il piacere di un racconto romanzato dichiaratamente informale e volutamente "fuori pista".

Per questo racconto mi calo nei panni di un cantastorie siciliano: figura popolare che, con voce e cartelloni dipinti, narrava storie storiche, leggendarie o quotidiane nelle piazze, tra musica e gesti teatrali. Discendenti dei menestrelli medievali, i cantastorie hanno avuto un ruolo centrale nella diffusione della cultura e di gesti epici tra il popolo, includono anche le gesta dei paladini come Orlando e Rinaldo. E poi, diciamolo: chi può smentire che le storie tramandate da quei menestrelli, tra una rima e una ballata, non siano esse stesse le vere fonti storiche che oggi inseguiamo nei polverosi archivi?

Ritorniamo alla nostra storia. Esattamente 800 anni fa, il 9 novembre del 1225, il porto di Brindisi, solitamente impegnato a scaricare spezie, cavalli, mercenari stanchi e crociati festanti, fu travolto da un evento epocale: l’arrivo della corte di Isabella di Brienne, tredicenne reginetta, sposa promessa dell’uomo più potente e più complicato del tempo: Federico II. L’Imperatore. Lo Stupor Mundi che parlava almeno sei lingue, domava falchi e, pare, anche le cugine delle spose.

La giovane Isabella era stata già tecnicamente sposata a Federico per procura, per mano del vescovo Giacomo di Patti ad Acri in Siria. Fu il primo "Zoom wedding" della storia, dove al posto dello sposo in carne e ossa fu usato un guanto (sì, proprio un guanto, roba che oggi farebbe impallidire anche il più strano dei matrimoni tematici su TikTok). L’accordo era stato approvato da Giovanni di Brienne, padre della sposa e reggente del Regno di Gerusalemme, convinto di essersi così garantito una vecchiaia tranquilla come “suocero dell’imperatore”. Ad orchestrarlo il Papa Onorio III, che nella trattativa di Ferentino del 1223 puntava ad ottenere da Federico II, da poco vedovo (1222) di Costanza d’Aragona, la promessa di liberare il Santo Sepolcro mediante una crociata.

Ma ecco la doccia fredda: Federico II, appena firmato il contratto nuziale, sposato per procura, mise da parte il suocero come una scarpa vecchia, e si proclamò Re di Gerusalemme. Rimandò di qualche anno l’organizzazione della VI Crociata, che passò poi alla storia come l’unica crociata pacifica ad essere stata conclusa con successo senza battaglie decisive, mediante l’accordo della Pace di Giaffa del 1229 tra l'imperatore e il sultano al-Malik al-Kamil.

Ritorniamo al corteo nuziale. L’arrivo di Isabella al porto di Brindisi fu un evento da kolossal: un’intera flotta l’accompagnava, si parla di 14 galee, salpate da Acri. Nel lento navigare verso Brindisi, la flotta si fermò anche a Cipro per salutare Isabella di Lusignano, zia della sposa. Si narra che al momento del commiato, la giovane Isabella di Brienne, consapevole di lasciare per sempre la sua terra natia, abbia pronunciato tra le lacrime queste parole: “Ti raccomando all’Onnipotente o amata mia Siria che più non rivedrò”.

Giunta a Brindisi, il molo era pieno di bandiere, cavalli impazienti, occhi curiosi. Fu accolta da Federico II e da suo padre. Le cronache in parte concordano: Isabella era ancora una bambina. Esile, impacciata, con il volto acerbo di chi non aveva ancora lasciato l’infanzia. Troppo giovane per piacere a un uomo di 31 anni come Federico, troppo inesperta per affrontare una corte spietata. Oggi chiameremmo tutto questo con il suo vero nome, ma nel XIII secolo, sposare una ragazza, una bambina, così giovane non era scandalo: era politica. Un patto. Un contratto tra potenze, sigillato col corpo fragile di una tredicenne. Federico incontrò la giovane regina per la prima volta in carne e ossa, e ne fu deluso. Si racconta che, prima di sposare la sua terza moglie, Isabella d’Inghilterra, volle prima conoscerne l’aspetto: inviò un emissario per constatare di persona le fattezze della pretendente, prima di concedere il proprio consenso al matrimonio.

Tra le dame al seguito, ecco spuntare Anais, la cugina della sposa. Seducente, disinvolta, con un sorriso che prometteva guai. In ogni matrimonio c’è un segreto, e quello tra Federico II e Isabella ne aveva uno fin dalla prima notte.

Si mormorò, i monaci ufficialmente lo negarono ma lo confermarono con gli occhi, che Federico non condivise subito il talamo con la moglie, ma bensì con la procace e disinvolta Anais, dama di compagnia dalle curve letali e dallo sguardo ammiccante. Lo raccontano alcune versioni (non ufficiali beninteso, ma decisamente più divertenti) e aggiungono anche che Anais fosse ospite frequente delle stanze imperiali anche dopo la prima notte di nozze, a tal punto che tempo dopo l’imperatore gli dedicò il poema "Oi lasso non pensai", (Oh, infelice [me], non avrei pensato) un componimento d'amore in cui il buon Federico si rivolge ad Anais che chiama "Fiore di Siria". Ma anche qui gli storici ci rovinano la scena: entra in gioco l’errata attribuzione del poema che sembra, non è certo neanche questo, sia stato successivamente attribuito a Ruggerone da Palermo. A noi piace di più immaginare un Federico II innamorato e poeta sdolcinato.

Il banchetto nuziale si tenne, secondo alcune cronache non confermate, dove leggenda e storia si mischiano, nel costruendo castello di Oria, in una cornice di festa saracena, tra odalische, musici e con tanto di cinghiale arrosto. Danze e silenzi e soprattutto l’imbarazzo sociale della corte. L’unica cosa certa è che a Oria l’hanno presa seriamente, e dopo ottocento anni si festeggia ancora, non a novembre come sarebbe logico ipotizzare ma bensì ad agosto (Le esigenze turistiche cambiano anche la storia). Si mangiò, si bevve, si danzò… ma pare che tra Isabella e Federico non volò nemmeno una parola tenera. Lei stava composta, forse confusa o offesa, non è dato saperlo, lui chiacchierava con Anais convincendola, senza troppa difficoltà, di come il peccato non fosse poi così male, dopotutto.

Pare che Federico II la mattina successiva ebbe con il suocero Giovanni da Brienne un acceso scontro con scambio di cortesie poco cortesi, sguardi truci anche alla presenza di un paio di frati che si finsero sordi per non dover testimoniare.

Federico, per quanto geniale, era anche un uomo complicato: capace di coniugare la politica matrimoniale a un harem filosofico; di stringere trattati con l’Islam mentre guidava una crociata da scomunicato e senza battaglie; di alternare tresche da romanzo rosa ai doveri coniugali; di costruire castelli fedele al suo pensiero: "Dove sorgono i miei castelli, lì si riflette l’ordine del mio impero."

Isabella, ahimè, non ebbe un destino felice. Morì giovanissima, nel 1228, a soli sedici anni, dando alla luce il figlio Corrado. Federico lo riconobbe, certo, ma lo vide pochissime volte in tutta la vita. Eppure quel bambino, che la storia conoscerà come Corrado IV, fu l’erede designato dell’Imperatore. La madre se ne andò senza aver mai conosciuto davvero né il potere, né l’amore e senza aver visto il figlio crescere. E Anais? Scomparve tra le nebbie della storia, o del gossip fantasioso, e come ogni brava amante di un imperatore: fu irrintracciabile, leggendaria tanto da sparire anche dai documenti ufficiali tanto cari agli storici dei giorni nostri.

Viene da pensare che, se allora ci fosse stato Facebook, sarebbero stati tutti più contenti, storici compresi. Anais avrebbe pubblicato una foto nelle storie: “Prima notte a corte”. Federico II avrebbe messo un cuore pulsante. Isabella, la emoticon da faccina truce. Giovanni, padre della sposa, avrebbe postato fulmini e saette. Il papa il documento della scomunica. Qualche anonimo la manina con le corna, E i cortigiani? I soliti like di convenienza imperiale.

Scherzi a parte, oggi, a 800 anni di distanza il fascino resta: un imperatore “rockstar”, una sposa minorenne usata come pedina, un suocero truffato, un papa adirato e una cugina sexy capace di scatenare un gossip millenario.

Questo è il Medioevo e questa è la “nostra storia” del matrimonio di un Imperatore fuori da ogni schema.

Scritto dal Prof. Nicola Ingrosso

 

 

 

NICOLA INGROSSO

Profilo professionale

NICOLA INGROSSO è nato a Brescia e vive a Brindisi.

Già docente di discipline elettriche ed elettroniche, esperto in robotica educativa e pensiero computazionale in un Istituto di Istruzione Secondaria.

Consulente e docente dell’Università Telematica Internazionale UniNettuno - Polo tecnologico UniNettuno Puglia e contemporaneamente del Gruppo Fortis - Parco Culturale, per: Discipline Elettriche ed Elettroniche, Automazione Industriale, Informatica.

  • Iscritto all’albo dei giornalisti, ha collaborato per svariate testate giornalistiche nazionali e locali. Dal 2018 a tutt’oggi è Direttore Responsabile della testata giornalistica FasanoLive.com del gruppo Live Network (editore ADV Apulia srl).
  • 2021 ha promosso la raccolta di racconti La prima Onda – Cronologia e testimonianze dell’imponderabile, realizzata da FasanoLive.com e finanziata da Google News Initiative.
  • 2022 ha pubblicato il romanzo Tre donne all’Improvviso. Prima edizione edita da (Fides Edizioni) seconda edizione da (Amazon KDP);
  • 2023 ha pubblicato il manuale Sistemi programmabili-Arduino edito da (Amazon KDP);
  • 2024 ha pubblicato il romanzo Voci all’Improvviso edito da (Amazon KDP);
  • 2025 ha pubblicato il manuale Tiro a volo: Tecnica e passione edito da (Amazon KDP).
  • 2025 ha pubblicato il romanzo Oltre il vento edito da (Amazon KDP);

Studioso ed appassionato di storia medievale.

Impegnato anche nello sport, è stato insignito dal Coni della Stella di Bronzo per Alti Meriti Sportiv

Descrizione e origine delle immagini:

  1. Federico II e Isabella di Brienne - Immagine di Giovanni Villani - Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana
  2. L’ipotetico arrivo a Brindisi di Isabella da Brienne Immagine Generata dall'AI.
  3. Immagine tratta “De arte venandi cum avibus” ("L'arte di cacciare con gli uccelli") è un trattato scritto dall'imperatore Federico II di Svevia sull'attività venatoria. Il manoscritto conservato nella Biblioteca Vaticana.
  4. Il castello di Oria (BR)
  5. La morte di Isabella o Jolanda ad Andria immagine pubblico dominio- Biblioteca Apostolica Vaticana.
  6. Ritratto di Federico II Inci- sione in 'Kaiser, Konig und Papst' di Richard Roth